Kobe Bryant

8 motivi per cui amiamo Kobe

È passato un anno.

L’anno passato ci ha dato l’opportunità di riflettere sull’eredità, sull’impatto che Kobe ha avuto non solo sul basket, ma come icona culturale e punto di riferimento per migliaia di persone in tutto il mondo.

Kobe, come tutti i grandi, è riuscito a lasciare un segno profondo nel cuore delle persone grazie alla sua dedizione, al suo essere sempre stato in costante sfida con se stesso, alla sua ossessione nella ricerca della perfezione nella sua arte, per la sua fame di successi e vittorie .

Tutte queste cose hanno dato forma alla famigerata Mamba Mentality.

Come nelle migliori sceneggiature di Hollywood, i Lakers hanno concluso la stagione come campioni NBA. Durante la stagione hanno ricordato a tutti Bryant e Gianna finendo addiritura per vincere il titolo nel “National Father-Daughter Day”. Hanno indossato le uniformi “Black Mamba”. Sono entrati in campo al grido di: “1-2-3, Mamba!”. Hanno indossato le sue scarpe.

La conclusione perfetta per la stagione NBA piú assurda di sempre.

Per celebrare la sua Eredità preferiamo ricordarlo attraverso quei momenti che ci hanno fatto innamorare, che ci hanno stupito, che ci hanno tenuti svegli e che ci hanno fatto arrabbiare ma anche sorridere.

 

 

1) A Mamba is born.

 Semifinale della Western Conference 1997, game 5 vs Utah Jazz.

Con la partita in bilico, il 18enne Kobe prova a segnare il canestro della vittoria prima del Overtime ma non prende nemmeno il ferro, ci proverá altre tre volte con lo stesso risultato.

Quattro Air Balls alla fine della partita e vittoria per i Jazz.

Questo fallimento avrebbe scoraggiato qualsiasi giocatore ma non lui. La mattina dopo era in palestra a lavorare sul suo tiro.

Mamba mentality al suo massimo.

 

 

2) Get out of my way.

New York All-Star Game, 1998.

A sorpesa, il diciannovenne Kobe viene selezionato come guardia titolare per il team della Western Conference.

Finalmente, Kobe si trova faccia a faccia con il suo idolo Michael Jordan.

Quando è pronto a sfidarlo 1vs1, Karl Malone -un futuro hall of famer- si avvicina per giocare un pick’n’roll ma gli viene cordialmente detto:

“Get out of my way!”.

Classic Kobe.

 

3) Starting the legacy.

Finali NBA 2000 game 4 vs Indiana Pacers.

Con il giocatore più dominante della NBA fuori dalla partita, Kobe si carica i Lakers sulle sue spalle e, nonostante una distorsione alla caviglia, riesce ad ottenere la vittoria grazie ad un tiro in faccia a Reggie Miller e un tap-in su rimbalzo offensivo.

Non male per un ragazzo di 21 anni.

 

4) The party crasher.

 

Atlanta All Star Game, 2003.

L’ultimo All Star Game della carriera di Michael Jordan.

Tutti erano lì per celebrare il G.O.A.T. Tutti tranne lui, ovviamente.

Con la partita in paritá, Jordan realizza un fade-away lasciando tre secondi sul cronometro, Est sopra di due. Da quel momento, Kobe decide di alzare il livello.

Dopo aver subito fallo, mette a segno i due tiri liberi per mandare la partita al secondo tempo supplementare per poi consentire alla Western conference di vincere la partita.

(tutto questo mentre indossava un paio di Air Jordan 3 retrò “true blue”).

 

5) History in the making.


Los Angeles January 22, 2006.

Durante una partita di regular season accadde l’impensabile.

Dopo un inizio pigro, i Lakers sono sotto contro i Toronto Raptors, non esattamente un team imbattibile ai tempi.

Kobe decise che i Lakers non avrebbero perso quella partita.

Alla sirena finale chiuse la partita con 81 punti, la seconda miglior prestazione di sempre dietro ai 100 punti di Wilt.

Indimenticabile.

 

6) Golden boy

Finali delle Olimpiadi di Pechino, 2008

Dopo una delle sue migliori stagioni di sempre, conclusa con l’unico MVP della regular season in carriera e una sconfitta in finale contro i Boston Celtics, Kobe è stato il protagonista del “Redeem team” delle Olimpiadi di Pechino 2008.

Nella partita finale contro la Spagna (dell’amico Pau Gasol) chiuse la partita con un gioco da quattro punti.

Mission complete.

 

7) Greatness

 

Finali NBA 2010, game 5 vs Boston Celtics.

Dopo i primi due quarti i Celtics erano avanti.

Dalla fine del secondo e dall’inizio del terzo quarto Kobe alzó il suo livello e, tiro dopo tiro, seppellisce la difesa che non riuscirá ad ariginarlo in alcun modo.

21 punti consecutivi, una delle prestazioni più impressionanti nella storia delle finali NBA.

I Lakers persero quella partita ma vinsero serie e titolo in gara 7, aggiungendo un altro tassello alla legacy di Kobe.

 

8) Mamba Out

Los Angeles April 13, 2016.

Dopo un paio di stagioni difficili e molti infortuni, Kobe annuncia il ritiro.

La sua ultima partita, ovviamente, non poteva passare inosservata.

Mettendo a segno 60 punti contro gli Utah Jazz (it’s Hollywood, baby) e con un leggendario discorso di addio, Kobe chiude la sua carriera nella maniera piú rumorosa possibile.

Ah, qualche mese dopo vincerà  l’Oscar per il miglior corto animato.

 

“Se non credi in te stesso, nessuno lo fará per te”

Thank you Kobe.