L’Alfabeto del PRIDE: Storia, Simboli e Significati.

Nel nostro abecedario arcobaleno ogni lettera corrisponde a un nome, un simbolo o un acronimo significativo per il movimento Pride.

È arrivato quel periodo dell’anno in cui i brand di moda, le pubblicità stradali e i marchi abbandonano il loro monocromo per abbracciare un allegro e vivace arcobaleno: Giugno, il mese del Pride.

Durante questo periodo celebriamo l’essere Queer e cerchiamo di chiarire i dubbi su acronimi, pronomi e figure significative nel movimento Pride globale.

Attraverso l’alfabeto, offriremo brevi spunti storici, spiegheremo il significato dei colori della bandiera arcobaleno e presenteremo personaggi influenti che hanno lasciato un segno nella storia mondiale. Rispondendo a domande come:

  • Cosa significa pansessuale?
  • Qual è il significato di Queer?
  • Cos’è il “+” nell’acronimo LGBTQIA+?

Ecco tutte le risposte: benvenuto all’alfabeto del Pride di Urban Jungle!

Agender: una persona non si identifica con nessun genere.

Non si sente né maschio né femmina, né un mix di entrambi. In pratica, è come dire: “Non mi vedo in nessuna delle categorie di genere tradizionali.”

Ballroom: termine che si riferisce a una sottocultura nata tra le comunità LGBTQ+ afroamericane e latinoamericane, soprattutto a New York. E’ un mondo di competizioni di danza e moda, dove le persone si esibiscono in varie categorie, come il ballo voguing, le sfilate di moda oppure le performance di recitazione. Lo scopo? Vincere trofei molto ambiti e ricevere il rispetto del pubblico.

Storicamente, le Ballroom erano gli unici luoghi dove la comunità Queer poteva incontrarsi senza nascondersi e trovare un luogo accogliente e amichevole.

Photo Credit Catherine McGann Getty Images

Cisgender: significa che l’identità di genere corrisponde al sesso con cui è nati. Per esempio, se sei nato con un corpo maschile e ti senti un ragazzo, o sei nato con un corpo femminile e ti senti una ragazza, allora sei cisgender. In altre parole, il gender e il corpo sono allineati con le aspettative tradizionali.

Dresscrossing: pratica, utilizzata ancora oggi, di indossare abiti tradizionalmente associati al genere opposto.

Fu proprio il Dresscrossing la causa delle continue e ripetute retate della polizia contro le comunità Queer, negli anni ’60 e ’70, che scatenarono, la notte del 28 giugno 1969, i fammigerati moti di Stonewall Inn.

La polizia sottopose gli avventori del pub del Greenwich Village di Manhattan a umilianti perquisizioni, fatte per accertare che gay, lesbiche, travestiti e transgender indossassero almeno tre indumenti corrispondenti al proprio sesso come prevedeva la legge, dal momento che il dresscrossing era illegale.

Questo diede vita a quelle che saranno le rivolte della comunità Gay newyorkese e alla nascita del movimento Pride!

Photo Credit Getty

Equality: Il Pride non è solo festeggiamento, è soprattutto un’occasione per rivendicare i diritti civili e l’uguaglianza. Alcune delle principali leggi richieste durante queste manifestazioni includono il matrimonio egualitario, la protezione contro la discriminazione, adozione e genitorialità e il riconoscimento dell’identità di genere, ovvero consentire alle persone transgender di cambiare nome e genere sui documenti ufficiali senza requisiti interventi chirurgici o diagnosi mediche.

Fuori!: acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, è stato il primo vero movimento organizzato per la lotta ai diritti delle persone omosessuali in Italia.

Fondato negli anni ’70, epoca in cui essere apertamente gay era ancora un grande tabù, Fuori! Ha gettato le basi per tutti i diritti e i progressi che viviamo oggi, anche se la strada è ancora lunga.

Gilbert Baker: Il 25 giugno 1978, a San Francisco, si tenne una manifestazione chiamata San Francisco Gay Freedom Pride Parade: una sfilata molto chiassosa e colorata per le strade della città per rivendicare il diritto all’esistenza e alla libera espressione del proprio orientamento sessuale per ogni persona.

Durante l’evento, un attivista e artista di nome Gilbert Baker creò la cosiddetta Rainbow Flag cucendo insieme alcune strisce di tessuto colorato e sventolando la bandiera durante la marcia. Da quel momento, le persone omosessuali, trans* e queer iniziarono a percepirsi come comunità politica, facendo della Rainbow Flag il loro iconico vessillo.

Photo Credit Donna F. Aceto

Harvey Milk: pioniere e un attivista dei diritti civili statunitense, noto soprattutto per essere stato il primo politico apertamente gay eletto a una carica pubblica importante negli States. Eletto nel 1977 al Consiglio di Supervisione della Città di San Francisco, durante il suo mandato ha lavorato instancabilmente per promuovere i diritti delle persone LGBTQ+, ma anche per rappresentare le comunità meno privilegiate e marginalizzate.

Photo Credit Dazed

Identità di Gender: si riferisce a come una persona si sente e si identifica rispetto al proprio genere, che può essere diverso dal sesso assegnato alla nascita.

È come ci si sente dentro, se ti senti più uomo, donna, entrambi, nessuno dei due o qualcosa di completamente diverso.

LGBTQIA+: L’acronimo LGBT include: lesbiche (L), gay (G), bisessuali (B) e transgender (T). Questa sigla fa la sua comparsa per la prima volta negli Stati Uniti intorno agli anni Ottanta. Successivamente, con la sua diffusione negli anni ‘90, sono state incluse ulteriori categorie, come: Q di queer, termine nato per indicare tutte le diverse sfaccettature della sessualità, la I di intersessuale, per indicare persone con caratteristiche fisiche diverse da quelle tradizionalmente associate a maschi e femmine e la A di asessuale, per indicare coloro che non provano attrazione sessuale per nessun genere. Il plus, invece, è utilizzato per indicare l’intrusività di tutte le altre identità di genere, orientamenti sessuali e varie espressioni di identità non necessariamente esplicitamente elencate nelle lettere principali dell’acronimo.

Judy Garland: considerata un’icona gay indiscussa, soprattutto per la sua personalità e per il suo rapporto con la comunità LGBTQ+. Il suo film più famoso, The Wizard of Oz, è diventato un elemento culturale fondamentale per molte persone LGBTQ+, poiché molti identificano il tema del viaggio di autodiscovery di Dorothy come metafora della ricerca di sé stessi e della propria identità sessuale. Garland ha inoltre mostrato un forte sostegno alla comunità gay durante un periodo in cui l’omosessualità era ampiamente stigmatizzata.

Photo Credit Everett Collection

Kusama Yayoi: Nel 1968 a New York, la famigerata artista giapponese celebrò il primo matrimonio gay della storia.

La “Sacerdotessa dei Pois” celebrò il matrimonio nella sua “Chiesa dell’Autodistruzione”: in un appartamento in affitto a Lower Manhattan, a New York.

Spiego poi ragioni dietro la performance, dicendo:

“Lo scopo di questo matrimonio è di portare allo scoperto ciò che è stato finora nascosto. L’amore ora può essere libero, ma per renderlo completamente libero, deve essere liberato da tutte le frustrazioni sessuali imposte dalla società.

L’omosessualità è una normale reazione fisica e psicologica, che non va né esaltata né decantata. È la reazione anormale di molte persone nei confronti dell’omosessualità che rende l’omosessualità anormale”.

Photo Credit Yayoi Kusama photo by Bill Baron

Love is Love: oltre alla bandiera arcobaleno, il movimento Pride ha adottato il claim “Love is Love”, spesso usata per esprimere la convinzione che l’amore è un’esperienza umana universale e che tutte le forme di amore sono valide e uguali.

L’iconico claim da parte del merchandising (non) ufficiale del Pride, onnipresente su bandiere , shopper, t-shirt…

Moti di Stonewall: Nel 1969 a New York, nel quartiere di Greenwich Village, la comunità gay che frequentava abitualmente lo Stonewall In decise di dire basta. Dopo le continue e ripetute retate della polizia, che puntualmente prendeva di mira i luoghi frequentati dai gay con perquisizioni e repressioni sempre violente, le persone presenti nel bar decisero di farsi sentire, per la prima volta.

Quella famosa notte, la gente cominciò a protestare, a lanciare bottiglie e bicchieri contro la polizia, a bloccare le strade, mostrando al mondo che non erano più disposti a essere trattati come cittadini di seconda classe solo per chi amavano o come vestivano (leggi anche la lettera D: Dresscrossing).

Quel momento è stato l’inizio della lotta per i diritti LGBTQ+. Dopo i Moti di Stonewall, sono nate manifestazioni e organizzazioni che hanno spinto per i cambiamenti reali, come il diritto a essere chi sei senza nasconderlo e senza paura di essere perseguitato per questo.

Photo Credit CNN

Pangender: è una persona si identifica come appartenente a tutti i gender.

Non si limitano a un solo genere come maschio o femmina, ma si sentono in sintonia con molteplici identità di genere contemporaneamente o in momenti diversi. I Pangender possono innamorarsi indistintamente di uomini, donne, trans, agender, genderfluid: il loro contatto è con l’anima, non con il corpo.

Queer: parola che in passato era usata come insulto omofobico, ma nel corso degli anni è stata riaffermata dalla comunità LGBTQ+ come termine di auto identificazione positiva e inclusiva. Oggi è un termine ombrello che include una vasta gamma di identità sessuali e di genere che escono dagli schemi tradizionali: essere queer significa non conformarsi alle norme rigide di eterosessualità e cisgender.

Patrick Swayze in A Wong Foo, Grazie per tutto! Julie Newmar

Rainbow Flag: la bandiera arcobaleno è uno dei simboli più riconoscibili e iconici della comunità LGBTQ+. Ogni colore ha un significato specifico:

  • Rosso, la vita: ogni persona ha il diritto di vivere pienamente ed essere rispettata per chi è.
  • Arancione, la guarigione: messaggio di speranza e di sostegno per coloro che hanno affrontato discriminazioni o difficoltà.
  • Giallo, la luce del sole: ogni giorno è un nuovo giorno e ci sono sempre possibilità di felicità e amore.
  • Verde, la natura: un richiamo al rispetto dell’ambiente e alla comunità, perché tutti sono parte del mondo.
  • Blu, la serenità e l’armonia: tutti dovrebbero poter vivere in pace con se stessi e con gli altri.
  • Viola, l’unicità di ciascuno di noi: non importa chi sei o come ti identifichi, sei speciale e prezioso.
Photo Credit Google Doodle

Sylvia Rivera: Sylvia Rivera era una donna latina transgender che ha lottato per i diritti LGBTQ+ negli anni ’60 e ’70 a New York. È stata una delle fondatrici di STAR, un gruppo che supportava giovani senza casa e persone trans. Rivera è ricordata per il suo impegno nella lotta per l’uguaglianza e ha contribuito significativamente al movimento di liberazione Queer.

Transgender: “Transgender” è una persona che non si identifica con il genere che le è stato assegnato alla nascita. Ad esempio, nascere con un corpo che tutti dicono essere da uomo, ma dentro sentirsi una donna. Oppure viceversa.

È un modo di essere autentico con te stesso, anche se significa rompere con le aspettative della società su come “dovresti” essere basato sul tuo corpo.

Vogueing e Vogue: Vogueing è un tipo di ballo creativo e audace che mescola pose di moda con movimenti teatrali. È nato nella scena Ballroom di Harlem negli anni ’80 e è diventato un modo per esprimere glamour, grinta e orgoglio per molti nella comunità LGBTQ+ e afroamericana. Madonna ha adottato il vogueing come tema principale del suo brano, Vogue del 1990, celebrando la cultura ballroom di New York City e portando questa forma d’arte underground alla ribalta internazionale.

Nella canzone e nel video musicale di “Vogue”, Madonna esalta le pose e i movimenti eleganti e stilizzati del vogueing, rendendolo famoso in tutto il mondo e facendo conoscere al grande pubblico questa forma di espressione tipica della comunità LGBTQ+ e afroamericana.

Photo Credit via Russh

World Pride: Nel 2000, in concomitanza con il Giubileo cattolico indetto da Papa Giovanni Paolo II, Roma fu teatro del World Pride, cioè il Pride mondiale. La scelta della sovrapposizione non fu, naturalmente, casuale: l’idea era precisamente quella di esercitare al massimo la propria visibilità e di far passare l’importante messaggio “Io esisto e ho diritto quanto te a credere in ciò che voglio”.

Ze / Zir: Alcune persone usano pronomi “ze/zir” a causa della pronuncia e dell’ortografia più coerenti. Anche se il pronome “ze” tende a essere considerato neutro rispetto al genere, una persona che usa “ze” potrebbe in realtà identificarsi come uomo, donna, entrambi, nessuno dei due, o qualcos’altro di completamente diverse.

 

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