Da ‘Be True to Your School’, famoso claim che le lanciò nel 1985 come scarpe da Basket per le Università americane, alle passerelle della Fashion Week di Parigi, l’evoluzione delle Nike Dunk nella Cultura Pop è stata sistematica, lenta e, a tratti, difficile.
Seppure abbia raggiunto una popolarità planetaria, con alcune versioni che valgono anche migliaia di euro, nel corso degli anni la Dunk è stata spesso dimenticata per poi tornare in auge, come una continua montagna russa.
Andando in giro per la città, impossibile non vedere indossate le Dunk, le sneakers più attuali del momento, scelte in modo trasversale sia dalle nuove generazioni che dagli adulti.
Per descriverla al meglio, citiamo le parole di Virgil Abloh: «La Dunk è una scarpa che va oltre il più classico oggetto inanimato».
Eppure, il modello non ha avuto sempre vita facile.
Come abbiamo detto, nascono nel 1985 come scarpe da Basket: un’epoca che testimoniava l’ascesa senza precedenti dello sport sul campo di parquet, grazie soprattutto alla magia di Michael Jordan. Frutto di un geniale amalgama delle già celebri linee Nike – Air Force 1, Terminator, Air Jordan 1, Legend – le Dunk facevano il loro debutto nelle univerità americane, armate di una struttura alta pensata per proteggere le caviglie, da qui il “High” nel loro nome. Dal modello originale, 7 colorazioni ispirate ai college americani più famosi, sono nate altrettante versioni: Nike SB Dunk, le Nike Dunk Pro B e le Nike Dunk CO.JP. Tutte con piccole variazioni sul tema ma che per gli appassionati di sneakers sono state sostanziali. Queste caratteristiche hanno contribuito a sancire il successo planetario di cui gode oggi.
Dopo il periodo di affascinante splendore, le Nike Dunk si trovano ad affrontare una sfida impegnativa verso la fine degli anni ’90: Il declino delle vendite mette a dura prova Nike, che cerca di reagire con modifiche minime, ma inefficaci, al design delle scarpe.
Ma una nuova luce risplende sull’orizzonte delle Dunk, quando la cultura dello skateboard inizia a interessarsi di questo modello. La diminuzione dei prezzi, che le rendeva accessibili anche nei discount più comuni, attrae l’attenzione degli skater. Nike risponde con nuovi slogan pubblicitari come “What If We Treated All Athletes Like Skateboarders“, cercando di catturare l’essenza ribelle e creativa di questa sottocultura.
Verso la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, Nike capisce appieno il potenziale del mercato dello skateboard e lancia iniziative regionali come le Nike Dunk Pro B per la costa ovest degli Stati Uniti e le Nike Dunk CO.JP per il mercato giapponese. Ogni nuova iterazione delle Dunk ridefinisce gli standard del modello precedente, sperimentando con colori, materiali e design.
La creatività diventa la chiave del successo, incoraggiando la personalizzazione e alimentando l’entusiasmo dei collezionisti di sneaker. I primi forum online dedicati alle scarpe sportive diventano luoghi di discussione animati, e lo scambio di modelli diventa un’arte ambita da appassionati di tutto il mondo. È l’inizio di un nuovo capitolo di gloria per le Nike Dunk, in cui la cultura dello skateboard e la passione per le sneaker si fondono in un unico fenomeno globale.
Nel 2002, Nike dà vita a un nuovo reparto chiamato Nike SB, focalizzato esclusivamente sul mondo dello skateboard. Da questo nascono le iconiche Nike SB Dunk Low, caratterizzate dal taglio basso che lascia la caviglia parzialmente scoperta. Questa nuova variante, accolta con un successo travolgente, segna l’inizio di un fenomeno culturale che trasforma le sneaker in oggetti da collezione.
Il punto di svolta arriva con la collaborazione epica tra Nike e Supreme, nel 2002, che rivoluziona il concetto stesso di sneaker. Seguiranno altre collaborazioni storiche con marchi come Levi’s, Stussy e molti altri, ma il 2003 segna un momento significativo con la prima collaborazione al di fuori del mondo della moda: l’artista di graffiti Futura si unisce a Nike per creare un modello diventato oggi un oggetto di culto, di cui Travis Scott è uno dei fortunati possessori.
Nel 2004, a Tokyo, la Nike Dunk diventa una tela bianca per 25 artisti che espongono le proprie opere nella mostra White Dunk. Fuori dai negozi di skateboard selezionati, la febbre per ogni nuovo modello o collaborazione diventa frenetica, con code che a volte richiedono l’intervento della polizia. I proprietari dei negozi diventano guardiani delle informazioni, gestendo l’accesso agli articoli più ambiti.
Tuttavia, dopo il decimo anniversario della storica collaborazione con Supreme, l’entusiasmo intorno alle Nike Dunk comincia a scemare, perdendo parte dell’hype accumulato negli anni precedenti.
Tra il 2010 e il 2015, il modello Nike Dunk subisce un declino senza precedenti.
Quindi Nike corre ai ripari, e per celebrare il trentesimo anniversario del suo debutto nel 2015, lancia un nuovo drop delle iconiche “Be True to Your School”, dando così inizio a un processo di rinascita che, sebbene non immediato, si rivela vincente.
Il celebre rivenditore Dover Street Market risponde con due riedizioni chiamate DSM Dunk Lux High, catturando l’attenzione del marchio di Rei Kawakubo e convincendola a portare le Nike Dunk in passerella nel 2016, dando vita alle CDG Homme Plus Nike Dunk High – uno dei modelli più influenti di sempre.
Le Nike Dunk cominciano lentamente a conquistare la pop culture, grazie anche all’appoggio di personaggi influenti come Travis Scott e Kylie Jenner, che aprono il marchio a un pubblico molto più vasto al di fuori dei tradizionali ambiti sportivi o artistici. Nel 2019, la collaborazione con Virgil Abloh e il suo Off-White diventa un vero e proprio evento travolgente, seguito nel 2020 dalla Travis Scott x Nike SB Dunk Low Cactus Jack. L’incapacità di acquistare i nuovi modelli spinge improvvisamente molti verso le edizioni vintage, revitalizzando un mercato ormai quasi dimenticato.
Le collaborazioni con artisti, altri brand o le riedizioni delle Dunk vintage creano un universo a sé stante nell’ambito delle sneaker, anche se a volte con difficoltà nell’aprirsi alle taglie femminili. Gli Stati Uniti e il Giappone rimangono punti di partenza per nuovi progetti e scintille creative. Le Nike Dunk scrivono un importante pagina nel libro della moda con la loro silhouette che appartiene a tutti e a nessuno.
La Nike Dunk più costosa della storia è spesso considerata la Nike Dunk SB “Paris” del 2003.
Questa edizione è stata progettata in collaborazione con il negozio Colette di Parigi e realizzate in occasione della mostra «White Dunk» a Parigi, sulla parte in tela della tomaia hanno raffigurate opere del pittore espressionista Bernard Buffet. Solo 200 le paia al mondo.
Prezzo stimato tra gli 80 e i 160 mila euro.
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