La moda come identificazione sociale: le ‘divise’ dei Mods e degli Skinheads

Polo Ben Sherman, Dr Martens e Parka: lo stile delle sottoculture Made in UK

Se non hai mai sentito parlare dei Modernisti, o Mods / Mod e se credi che gli Skinhead siano Neo Nazi, allora è proprio giunto il momento di approfondire l’argomento e fare chiarezza

Shop Ben Sherman

Potrebbero aiutarti alcuni libri di stora delle sottoculture come “La rivolta dello Stile oppure alcuni film come “Mods”, “This is England o la pellicola-manifesto del movimento “Quadrophenia”, del 1979

Per arrivare a parlare degli Skinheads è necessario partire dai Mods.

Come tutti i movimenti giovanili, i Mod nascono per rispondere ad un bisogno inascoltato dalla società, una ribellione rispetto a certe regole di costume o comportamentali più o meno limitanti che mettono a disagio le generazioni più giovani.

I Modernisti nascono a Londra alla fine degli anni ’60: vengono definiti in questo modo poiché ascoltano il Jazz moderno anche se la tendenza musicale evolverà poi verso il genere Ska Two Tones, R’n’B e il Freakbeat più tardi, con l’arrivo degli Skinheads.

La moda per il movimento Mods è un elemento imprescindibile: indossano abiti su misura, parka di rimando militare, polo o camicie;  – per capire la misura dell’importanza dello stile, basti pensare che il loro motto è un esaustivo: “Vestirsi bene, comportarsi male”.

L’attitudine dei Mods è quella dello scontro: con i tifosi delle squadre avversarie se si trattava di un match di calcio, contro le guardie alle manifestazioni oppure i contro i tanto odiati Rockers, un’altra sottocultura inglese della fine degli anni 60, ma orientata verso il genere rock.

Dal i Mod 1965 gravitano sempre più verso la Pop Art e la psichedelia. Londra diviene in questi anni sinonimo di moda, musica e cultura pop: un periodo spesso indicato come “Swinging London”. Questa sottocultura prettamente inglese si espande fino ad oltre oceano: il Mod diventa cosmopolita.

E con il “Mainstream”, arriva anche una scissione interna. Il movimento si divide: quelli più vicini alla classe operaia e alla “strada” formano un altro sotto-genere, che diventerà noto a partire dalla fine degli anni ’70 e per tutto il decennio degli ’80: lo Skinhead.

I giovani del movimento Skinhead, così come i loro cugini Mods, ascoltano Ska tradizionale, Two Tones Ska, Rocksteady e Reggae; sono antirazzisti, multietnici, non hanno differenze di gender, sociali ed economiche. E soprattutto non sono politicizzati.

 

Alcuni fazioni abbracciano l’anarchia estrema, altre il sentimento nazionalista. Erroneamente la Sottocultura Skinhead viene confusa con il Neo-Nazismo (o Naziskin) – termine inventato dai media – in quanto alla fine degli ‘80 molte delle tribù, uniti da un forte senso di nazionalismo e sospettosità per la forte ondata di immigrazione che stava vivendo l’Inghilterra in quegli anni, entrano a far parte del movimento politico inglese National Front.

Da quel momento, l’opinione pubblica identifica grossolanamente la bellissima sottocultura SKINHEAD unicamente con il nome dei NAZISKIN.

Il film che meglio chiarisce tale equivoco è “This is England”, ambientato proprio negli anni ’80 in una piccola cittadina dell’Midlands.

Gli Skinhead conservano dal loro “patrimonio” Mods le Camicie e Polo Ben Sherman a quadretti e a maniche corte, rigorosamente abbottonate fino al colletto, Fred Perry e Merc; tutto abbinato alle bretelle, Jeans Skinny e anfibi Dr. Martens.

Alcuni sostituiscono il parka di ispirazione militare dei Mods al bomber Alpha Industries nero, bordeaux o verde oliva, anche se tradizionalmente questo cappotto sopravvive fino a quella che sarà un ulteriore evoluzione del movimento, i clubbers.

L’Inghilterra è sempre stata una fucina delle migliori tendenze e sottoculture del mondo.

Londra e Brighton sono stati due dei principali centri dell’industria tessile del Regno Unito; a Brighton, in particolare, è nata la camicia sartoriale di Ben Sherman, lo statement delle due sottoculture di cui abbiamo parlato in questo editoriale, che con la loro “rivolta dello stile” hanno influenzato la moda delle future generazioni.

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